Più Donne aderisce al referendum fiscale

Venerdì 15 dicembre, a Bellinzona, la nostra deputata Maura Mossi Nembrini ha preso
parte alla conferenza stampa per il lancio del Referendum contro l’ingiusta riforma fiscale;
ecco il suo intervento:

Da una parte il nostro Consiglio di Stato afferma che per riequilibrare le finanze del
Cantone bisogna agire sulle entrate, però inspiegabilmente agevola chi più ha, a dare di
meno.
Questi sgravi approvati dalla maggioranza del parlamento permetteranno agli
ultrabenestanti di pagare meno imposte. Di dare quindi meno risorse allo Stato per i suoi
servizi in un momento economicamente critico.
Scopo? Attrarre super ricchi.
E quale strategia per coprire i costi dei suoi servizi? Semplice. Tagliandoli.

A gennaio ci saranno tagli che vanno a colpire duramente, in particolare, tutte quelle
attività di cura delle famiglie, che oggi pesano soprattutto sulle spalle delle donne.
I servizi caso mai vanno rafforzati, così che più donne possano conciliare famiglia e lavoro
fuori casa, invece di rasentare sovente la povertà sia nel periodo attivo che in quello
pensionistico, e contribuire al PIL cantonale con qualche frontaliere in meno.

Un’economia forte non si basa su pochi super ricchi. Un’economia forte si basa su pochi
poveri e su salari dignitosi.
La popolazione ticinese media, invece, ha salari molto più bassi del resto della Svizzera
ma il medesimo costo della vita, della cassa malati e degli affitti.
Le donne, poi, subiscono in più una disparità accertata di salario.
Anche se siamo a Natale, con la loro firma sul referendum i cittadini possono dire
chiaramente che non è questo il momento per fare regali ai super ricchi.
Ma, secondo voi, i ricchi vogliono davvero vivere dove lo Stato risparmia sui suoi servizi?
Si potrà semmai ripensarci una volta usciti da questo momento storico molto difficile,
soprattutto per il Canton Ticino.
Vorrei inoltre sottolineare la doppia morale utilizzata dallo Stato, che per giustificare i
risparmi si paragona a cosa dovrebbe fare un buon padre di famiglia.

Ebbene in una vera famiglia chi ha di più contribuisce anche maggiormente a sostenere
chi ha di meno.
Questa famiglia, che quando fa comodo per lo Stato deve essere quella tradizionale, ma
adesso, per giustificare anche questo pacchetto di sgravi, inserisce agevolazioni di
successione per famiglie non più tradizionali… Sono trabocchetti che abbiamo già visto,
che hanno fatto scelleratamente approvare anche il decreto Morisoli, che adesso (come
preventivamente detto) abbiamo visto dove ci sta portando.
Infine da Consigliera comunale credo che ci sia una mancanza di lungimiranza nel rispetto
della prima cellula istituzionale vicina al cittadino, ovvero i 100 comuni ticinesi che sono
anch’essi colpiti da questi sgravi.
Così come la famiglia è la prima cellula di una società, anche i comuni lo sono di uno
stato.
E lo stato dovrebbe volere comuni forti.

Per tutti questi motivi anche Più Donne aderisce al referendum, per lasciare risorse al
Cantone e ai Comuni per finalmente attuare le politiche a vantaggio di tutta la società.

 

Link al servizio del Quotidiano RSI