Senza lasciare indietro nessuna

 

Senza lasciare indietro nessuna

 

La deputata Tamara Merlo è intervenuta sul tema Covid-19 a nome del gruppo Più Donne, durante il primo giorno dei lavori di Gran Consiglio, svoltisi dal 25 maggio 2020 eccezionalmente al Palazzo dei Congressi di Lugano, al fine di garantire le distanze. Sul tema Covid-19 sono intervenuti dapprima il Consiglio di Stato e poi tutti i gruppi parlamentari.

 

Care concittadine, cari concittadini, caro Presidente,

mi riallaccio all’intervento del collega Bignasca e faccio anch’io una specie di debriefing, un’analisi degli eventi e dei comportamenti adottati.

Ciò che è andato bene è sicuramente il fatto che il Ticino, il nostro Consiglio di Stato, dopo aver ricevuto delle risate in faccia da parte di Berna, abbia mantenuto la propria posizione e abbia ottenuto una “finestra di crisi”, anche se non di lunghissima durata. Molto bene quando i messaggi alla popolazione sono stati chiari e semplici, perché sono stati efficaci. Molto bene anche il fatto si sia creata una helpline, un numero di telefono semplice da chiamare, per l’aiuto psicologico: questo lo trovo veramente importante.

Quello che è andato meno bene – ma lo sapevamo, tanto è vero che si era agito in questo senso, c’erano richieste in questo senso già da tempo – è il fatto che il nostro personale sociosanitario sia fortemente esposto oltrefrontiera, con il rischio di precettazione; rischio che non si è verificato ma chissà a che prezzo (non siamo presenti nelle contrattazioni tra gli Stati). Meno bene anche la questione delle scorte e del materiale: mascherine, disinfettante e medicinali (è stato detto anche dal medico cantonale); e meno bene una certa comunicazione che, verso la fine, non è stata così univoca, chiara, semplice: sia sulle mascherine (che prima erano controproducenti, poi utili, adesso indispensabili in determinate situazioni), sia sulla contagiosità e la pericolosità dei bambini e per i bambini, sia sull’uscita dal confinamento, che il Canton Ticino ha forse visto arrivare un po’ più velocemente di quanto si aspettasse, con una spinta da Berna che ci ha un po’ destabilizzato.

Ecco, questa incertezza nei messaggi, nelle comunicazioni, poi genera dell’esacerbazione degli animi. Di conseguenza le persone si arrabbiano, cominciano a fotografarsi l’un l’altra in situazioni giudicate pericolose e si sono creati dei conflitti insensati, specialmente tra generazioni. Una maggiore attenzione alla comunicazione è importante, perché se non si è più seguiti dalla cittadinanza, non si riesce più a dare la direzione giusta.

Chiaramente in una situazione molto complessa, in cui ci rendiamo tutti conto che dare la direzione non è stato semplice.

È molto importante il monitoraggio delle prestazioni sociali che sta facendo il DSS, come ci ha detto il Consigliere di Stato De Rosa, perché la crisi, dopo che sanitaria, sarà sicuramente economica e sociale.

Le misure economiche dovranno essere sottoposte a un’analisi attenta, puntuale e completa, sugli aiuti e sui prestiti, in particolare tenendo d’occhio chi non ne ha beneficiato. E qui penso a tutti i lavoratori e le lavoratrici del precariato, il lavoro su chiamata, il lavoro domestico a ore… quindi, di nuovo, donne non tutelate e lavori più esposti e meno pagati.

Spendere sul nostro territorio, come ha ricordato la collega Alessandra Gianella, è la ricetta del governo, del governo ticinese, e penso al turismo, però per poterlo fare occorre aiutare le famiglie e le persone più bisognose, e di nuovo le donne. Dare aiuti ad innaffiatoio sembra una cosa sbagliata ma non è sbagliato se si dà acqua a chi, senza, morirebbe di sete. Invece alcune misure presentano il rischio che piova sul bagnato, e penso ai prestiti o agli aiuti a Swiss, cioè a Lufthansa, ma non è l’unico caso.

Ben venga quindi il monitoraggio in corso e un’attenta analisi delle misure adottate, per non commettere nuovi errori e per non ripetere gli errori del passato. E proprio per staccarsi decisamente dal passato e dare un inizio nuovo su basi più solide, bisogna colmare tutti i ritardi, tutte le differenze anche salariali, le disuguaglianze e la mancata presenza di figure femminili dove si prendono le decisioni e anche nell’ambito della comunicazione, e penso ai media.

Il gruppo di lavoro creato dal consigliere di Stato Vitta, la “task force per il rilancio economico” è di formazione politica, con i sindacati e organizzazioni del padronato; da questa task force poi si diramano dei tavoli ulteriori, tra cui quello “per un Ticino sostenibile”, e nel tavolo per il Ticino sostenibile si parla anche del tema del genere. Ecco: gruppo di lavoro task force per il rilancio, Ticino sostenibile e poi finalmente tra i tanti temi si parla anche del tema del genere, quindi parità tra uomo e donna. È un po’ poco, è un tema poco centrale, direi, per quello che invece un principio cardine della nostra Costituzione e l’obiettivo di norme importanti.

Per riuscire a passare da crisi a opportunità, bisogna sicuramente formare personale sociosanitario legato al nostro territorio; bisogna migliorare le condizioni lavorative per le categorie più deboli; bisogna ripartire dalle donne, dalle mamme che – vorrei ricordare al collega Agustoni – spesso sono a capo di una famiglia monoparentale, proprio perché non c’è il marito, il padre, il fidanzato… spesso sono donne da sole, con un salario ancora al di sotto di quello dell’uomo.

Per fare della crisi un’opportunità, bisogna ricostruire su basi di parità, di dignità e di uguaglianza, senza lasciare indietro nessuno. E nessuna.

Grazie.

 

Foto © CdT/Gabriele Putzu