La parità dev’essere l’obiettivo

L’intervento in Gran Consiglio di Tamara Merlo a nome di Più Donne sui conti dello Stato:

Noi i soldi delle cittadine e dei cittadini li avremmo spesi per la parità, per colmare il divario fra donne e uomini che la pandemia ha aggravato, così come ha aumentato il divario fra ricchi e poveri.

 

La disparità e le disuguaglianze di cui sono vittime le donne sono, ancora oggi, la più grande ingiustizia che abbia mai conosciuto l’umanità . I progressi che ci sono stati sono ancora troppo pochi, troppo lenti, troppo timidi.

 

Sabato alcune e alcuni di noi erano in piazza a Berna, nella Piazza Federale con altre migliaia di donne e uomini per dire NO all’aumento dell’età pensionabile per le donne. Nei discorsi della rappresentante del collettivo “Io lotto ogni giorno”, che ha portato la voce del Ticino dal palco, sono riassunti molti dei punti che vorremmo che, se non risolti, fossero almeno trattati e presi in considerazione dal nostro governo, federale e cantonale.

 

La disparità salariale è sicuramente il più semplice, sembrerebbe, ma è ancora una disgustosa realtà. Due persone fanno lo stesso lavoro: come è possibile pagarne una meno dell’altra, fino al venti per cento e oltre in meno, solo perché è una donna?

 

La situazione è grave, dura nel tempo, è difficile da sanare: occorre andare alla radice del problema e toccare ogni ambito. Per questo chiediamo un vero Ufficio della Parità, che si occupi davvero di attaccare ogni giorno questo muro di ingiustizie e disuguaglianze, togliendo un mattone alla volta sino ad abbatterlo, per sempre.

 

Chiediamo la presenza paritaria delle donne in ogni luogo di potere, grande o piccolo, là dove si prendono le decisioni: dai CdA, ancora tutti o quasi maschili, alle varie commissioni, comitati, gruppi di lavoro, ecc. ecc. ecc.

 

Vogliamo più donne nella cosa pubblica, a gestirla, a scambiare idee e opinioni, a fare la propria parte insieme agli uomini. Magari grazie al fatto che, finalmente, i compiti di cura della casa e della famiglia -figli, genitori, anziani, malati-, questi compiti su cui si regge la società , sono (saranno) divisi equamente tra donne uomini. Equamente vuol dire a metà. Così forse il lavoro di cura casalinga sarà finalmente valorizzato e remunerato.

 

Chiediamo che la lotta alla violenza di genere sia portata avanti a ogni livello, dalla prevenzione su fino alla giustizia. I colpevoli siano puniti, le vittime siano sostenute.

 

Chiediamo una presa di posizione forte e netta dello Stato, dei Consiglieri di Stato, a favore di chi subisce molestie sessuali, mobbing e discriminazioni ovunque e in particolare nell’amministrazione pubblica, perché lo Stato deve dare l’esempio, deve segnare la via.

 

La cultura del “provarci” con le sottoposte va sradicata: è quasi sempre molestia. Va sradicata con la formazione, con la comunicazione, con l’esempio. La tolleranza zero verso mobbing e molestie deve essere una realtà, deve partire dall’alto per potersi diffondere in tutta la società.

 

È difficile liberarsi dagli stereotipi di genere, dai preconcetti che, nostro malgrado, abbiamo visto, sentito, respirato per tutta la vita attraverso film, libri, tv, nella pubblicità ma anche nella scuola e magari in famiglia, spesso in buona fede.

 

Per questo chiediamo che la scuola sia in prima linea nel combattere questi stereotipi: non solo le nuove leve tra gli insegnanti, non solo le persone già sensibili al tema, che seguono una formazione continua volontaria, ma tutte e tutti i docenti, specialmente chi si è formato in altre epoche. E 10 anni fa sono già un’altra epoca: era prima del #MeToo.

 

Dobbiamo smettere di considerare le donne cittadine di serie B, persone di serie B, e agire prontamente e seriamente per l’uguaglianza. Questo deve essere il primo obiettivo di qualsiasi Stato democratico degno di questo nome.

 

E parlando di conti dello Stato, visto che siamo in tema di Consuntivo, anche solo impegnarsi seriamente e sinceramente per la parità salariale porterebbe al Paese non solo maggiore giustizia ma anche maggiori entrate; inclusi maggiori contributi per l’AVS: un risanamento vero, altro che alzare l’età AVS per donne!
Certo, la parità salariale va fatta verso l’alto non verso il basso… Lo dico per chi volesse trasformare il Ticino in un TiSin…

 

Col preventivo 2022 ci aspettiamo degli investimenti, un’iniezione di soldi pubblici per rilanciare l’economia ma non solo: tutto il Paese, cominciando dalle donne.

 

Finora ci avete detto che la parità deve sempre aspettare. C’è sempre qualcos’altro da fare, c’è sempre qualche altra emergenza.
Ci avete persino detto no all’applicazione della parità salariale negli aiuti Covid!
Avete ancora una volta sacrificato le donne, tanto noi abbiamo pazienza…

 

Ma se andiamo male nell’economia, se andiamo male in tanti altri ambiti è anche per la disparità, anche e soprattutto per queste scelte economiche che non portano alla parità.

 

Grazie.