Per l’abbandono dei livelli A e B

Il lungo e appassionato intervento in Gran Consiglio di Maura Mossi Nembrini, che ha portato la posizione di Più Donne, favorevole all’abbandono dei livelli A e B alle scuole medie:

 

L’ho sentita talmente la sofferenza dei compagni dei miei figli e dei loro genitori che questa questione mi sta molto a cuore, per cui sarò un po’ animosa.

Il solo nome LIVELLI sarebbe da abolire. 11 anni, questa è l’età in cui i bambini iniziano ad essere nella condizione di subire una catalogazione. E in cosa sono catalogati?  Nella loro riuscita in MATEMATICA ed in TEDESCO. Che differenza evolutiva c’è tra un bambino di 10 anni che frequenta la scuola elementare serenamente senza pressioni e uno di 11 che è sotto pressione per avere i livelli A? Vogliamo offrire ai ragazzini una scuola che ad 11 anni li mette sotto pressione con sotterfugi vari per avere i livelli A? Un esempio? Genitori che pagano, chi può, lezioni fuori orario a 50 fr. all’ora. Perché non sempre è facile aiutare i propri stessi figli nei compiti e nello studio, un po’ per il tempo che spesso non abbiamo e un po’ perché si innescano relazioni difficili tra noi e i nostri figli. Basta nascondersi da queste realtà. Chi ha figli che faticano in matematica o in tedesco lo sa. Ho avuto la fortuna che i miei di figli hanno fatto entrambi i livelli A senza problemi. Ma quanti figli di amici e conoscenti hanno faticato. Ed è anche inutile negare che al termine della scuola media anche per fare un apprendistato è necessario il livello A. Quante amministrazioni pubbliche o para pubbliche da quella cantonale a quelle comunali assumono ragazzi che hanno fatto il livello B per un apprendistato? Quanti hanno la sensibilità di capire che chi ha fatto il livello A ha la strada spianata in altre formazioni e chi ha fatto il livello B no? I livelli B per ciò che sono diventati nella società oggigiorno sono un sistema di cui vergognarsi. I ragazzi catalogati per le riuscite in MATEMATICA e in TEDESCO?

La mia esperienza personale è che sono stata bravina in matematica alle scuole medie, ma al liceo ho avuto un bel 3 alla maturità. Questo non mi ha impedito di terminare un politecnico federale dove i miei voti in matematica sono continuati ad essere pessimi, ma non era la materia indispensabile alla mia futura professione. Sfatiamo questo mito che per studiare sono necessari la matematica e il tedesco.

Mi chiedo quanti di voi hanno seguito i livelli A. Eppure, chi di voi non li ha fatti è qui a decidere per il paese leggendo messaggi governativi impegnativi, e allora questo cosa significa? Che le capacità non possono essere riconducibili ai livelli A e B e soprattutto alla MATEMATICA e al TEDESCO.

Le capacità sono anche in altre materie quelle umanistiche, linguistiche e non solo il tedesco ma anche l’italiano, il francese l’inglese, le scienze e non solo la matematica, ma anche la biologia la chimica, l’informatica. L’assurdità di questo Cantone è che chi è dotato nello sport ha addirittura dei curriculi e scuole apposite.

Perché mortificare ragazzini quando si sa che l’ambizione, la curiosità, l’impegno, l’estro, la civiltà, il senso del dovere, l’autostima, l’onestà sono ciò che i ragazzini hanno bisogno per trovare la vera strada che ognuno seguirà secondo i propri interessi e la propria individualità.

Si possono proporre innumerevoli soluzioni per uscire dal sistema dei livelli.  Questo è un buon compromesso per coloro che credono ancora fondamentali matematica e tedesco. I partiti sono così preoccupati a non lasciare sulle spalle delle prossime generazioni il debito pubblico, ma questo sistema scolastico lo lascerete, di questo passo, sulle spalle di chi oggi ha i figli in fasce. Passare da commissioni, da partiti, da associazioni, da gremi vari, tutto questo comporterà del tempo e intanto nel mondo la scuola evolve ad un ritmo impressionante.

I ragazzi oggi hanno un cervello che è molto più avanti rispetto alla scuola che gli propiniamo. Dobbiamo crescere futuri cittadini appassionati a qualsiasi attività si dedicheranno e a qualsiasi ramo lavorativo e soprattutto bisogna smettere di puntare tutto sulle università.

Per diversi settori importiamo tanti di quei cervelli esteri forse perché confrontati con meno paturnie sulla scuola dove le vere capacità si dimostrano quando si arriva nel mondo del lavoro.

Siamo passati da un Ticino senza università e con gente semplice che ha lavorato per questo cantone con i lavori più umili, siamo una generazione che non riconosce di essere figlia di operai, artigiani, contadini, dipendenti statali e che queste onorevolissime e utilissime professioni sono quello di cui tutti noi abbiamo bisogno per non essere invasi giornalmente da 70’000 persone.

La scuola è di tutti, ma è soprattutto diretta da un dipartimento, come le finanze, il territorio, la sanità e la giustizia. Votiamo su temi di altri dipartimenti come se non riguardassero tutti, ma non ci chiniamo come deputati, così come con la scuola, a voler determinare come e che cosa fare.

Ai miei tempi i livelli si chiamavano Sezione A e B e rispecchiavano la direzione delle scuole maggiori e delle scuole ginnasio. Si ha tanta paura a mettere i ragazzi con diverse capacità tra di loro. Ma che insegnamento è? In quest’aula abbiamo tutti le stesse capacità? A cinquant’anni ho più ricordi della prima e seconda media inclusiva piuttosto che della terza e quarta media esclusiva.

Ho sentito dire che bisogna orientare i ragazzi. I ragazzi oggigiorno hanno tutti i mezzi per orientarsi. Hanno il digitale, hanno uffici, hanno possibilità di provare mestieri, conoscono i mestieri.

Ai ragazzi va data autostima, passione, voglia di vivere, fiducia, un esempio di quanto sia bello impegnarsi per gli altri, quanto sia importante rispettare il diverso.

Stiamo di nuovo decidendo di rimandare ad affrontare un importante problema che non vive un singolo bambino, ma innumerevoli bambini. E perché? Perché la proposta non è stata sufficientemente affinata.

Ma allora parliamo di un’altra materia: la storia.

Parliamo della nascita della scuola media e di quei tempi politici. Dei tempi di Sadis, Speziali, Buffi. Qualcuno ha verificato come si è svolta la nascita della scuola media e dei livelli? A suo tempo, una volta iniziati i primi due anni SPERIMENTALI a Castione e a Gordola nemmeno si sapeva come far continuare i ragazzi in terza e quarta. Non c’era stato il tempo per fare il regolamento della legge. Tra l’altro da quella scuola sperimentale sono usciti tutti i 50enni laureati oggi.

Dalla sessione sul preventivo del 1977 e tratto da un’interpellanza da parte dell’allora onorevole Alberto Bottani per il PPD vi cito questo passaggio:

Quest’anno a giugno si chiude il primo biennio di scuola media a Castione e Gordola. Quale indirizzo si intende dare al biennio di orientamento che segue a partire dall’anno 1978-79. Se in attesa di una più precisa strutturazione non intende il Consiglio di stato rinviare l’apertura di altre sedi di scuola media quando sarà pronto il regolamento di applicazione alla legge che ha istituito la scuola media nel 1974?

La decisione circa il secondo biennio dev’essere presa prima dello scadere del corrente anno scolastico per gli impegni che fatalmente ne derivano alle autorità dal punto di vista organizzativo e che interessano anche direttamente le famiglie i docenti ed evidentemente gli allievi. Intanto è da chiedersi se non vale la pena prima di aprire nuove sedi se non attendere i risultati definitivi della sperimentazione in atto nelle due scuole pilota.

La risposta fu di Ugo Sadis, PLRT:

Non c’è affatto da meravigliarsi se la discussione si riaccende ed è anzi giusto che sia dimostrata una certa vitalità che non deve tuttavia trasformarsi in una continua, manifesta e cronica indecisione da parte di coloro che si battano nelle difficoltà, ma che devono trovare un’accettabile via d’uscita. Se il Dipartimento e il Consiglio di Stato avessero sempre esitato e rinviato le decisioni da prendere nei vari settori oggi la situazione sarebbe ben peggiore. Malgrado tutto si augura che il parlamento e il paese considerino la nostra una scuola valida e chi parla ritiene più valida oggi che in altri tempi, se non altro perché ha saputo aggiornarsi nelle teorie moderne della vita e far comprendere agli allievi che a scuola si deve acquisire una preparazione adeguata per entrare nella vita.

Sono tre le domande poste dall’on. Bottani sempre attento e competente in materia scolastica. L’on. Bottani ha chiesto se non sia il caso di attendere qualche ulteriore sperimentazione. [No] la prima media sarà introdotta su un più vasto comprensorio nel Locarnese, nel Luganese, in Riviera. In un opuscolo che uscirà in questi giorni saranno dati orientamenti e consigli ai genitori che si trovano a dover affrontare l’impatto di una nuova organizzazione scolastica quale la scuola media, la quale ha già acquisito 2 anni con 500 allievi, ma che rappresenta pur sempre una novità.

Ma cosa insegniamo ai ragazzi? Quanti di voi sono stati alla perfezione preparati ai test, agli esami, alle sedute di gran consiglio, nel mondo del lavoro. Siamo in un mondo di sperimentazione continua, non di certezze. Sperimentazione significa In materia di pubblica istruzione, la ricerca e la realizzazione di innovazioni sia sul piano metodologico e didattico che sul piano degli ordinamenti e delle strutture. Il Ticino delle start up, dell’innovazione, e anche della sperimentazione, ma no questi concetti nella scuola obbligatoria non vanno bene.

Importiamo medici e non solo, italiani che hanno fatto cosa? La scuola media italiana! Sì e senza livelli. Una scuola che magari anche proprio fisicamente cade a pezzi. Studiosi che sanno il tedesco? No. E a proposito del tedesco mi chiedo quanto di voi in quest’aula lo parlano correntemente.

Nicolò Govoni, 27 anni candidato al premio Nobel e fondatore di scuole per migranti definisce la nostra scuola europea ad alto potenziale, ma con scarso sfruttamento. In luoghi più svantaggiati c’è una spinta maggiore verso quello che è uno strumento di sviluppo sociale. Nelson Mandela disse che la scuola è la più importante arma per cambiare il mondo, ma purtroppo dice il giovane Govoni la scuola è anche la più importante arma per tenerlo tale e quale. Le scuole devono essere un luogo di rivoluzione.

Proprio di questi periodi incerti sono state prese decisioni da scienziati che tutti, ma proprio tutti abbiamo messo in discussione. Abbiamo messo in discussione virologi, professori, tutta gente che ha sicuramente studiato. Dai contrasti civili non ci ha certamente salvato la matematica o il tedesco. Ci hanno salvati tutti gli altri valori e insegnamenti che la scuola deve trasmettere quelli che Sadis indicava necessari per la vita.

Domani votate pure contro l’emendamento del Consiglio di stato, o il nostro, per questo primo passo. Ma sono certa che incontrerete sulla vostra strada quel bambino o bambina, quel ragazzo o ragazza, figlio vostro, figlia di amici parenti che vi dirà quanto sia stata infelice la sua esperienza scolastica alle scuole medie con i livelli B.