La capitana e la legge

La domanda del Mattino della domenica del 7 luglio 2019:

“La capitana della Sea Watch, Carola Rackete, è tornata libera. Si tratta di una delinquente o di un’eroina?”

La capitana Rackete ha fatto le sue valutazioni e ha preso una decisione: dovrà fare i conti prima con la propria coscienza e poi con la giustizia italiana. Quello che colpisce, al di là della sua condotta e relative conseguenze legali, è che le autorità italiane abbiano dovuto metterla al sicuro, per proteggerla dalle gravi minacce che ha ricevuto.

Di certo la capitana Rackete è una figura femminile forte, e questo già di per sé causa parecchio disagio in una società non paritaria. Il fatto di essere donna l’ha resa un bersaglio privilegiato per i cosiddetti “hater”, persone che sfogano i loro più bassi istinti attaccando gli altri sul web. E le donne subiscono in misura maggiore questo tipo di attacchi, che spesso sono di matrice sessuale, incluse minacce di stupro.

Mi auguro che chi insulta e minaccia la capitana (e ogni altra persona) via web sia denunciato e condannato, così che divenga chiaro per tutti che quello che si fa e si dice in internet non è al di fuori della legge.

Tamara Merlo

(c) immagine: Paola Formica