Abusi sessuali: audit segreto e democrazia

Nella seduta di Gran Consiglio del 19 settembre 2023 la deputata Tamara Merlo esprime le critiche a nome di Più Donne sulla vicenda, a cominciare dalla decisione di mantenere segreto l’audit esterno. 𝗜𝗹 𝘀𝗶𝗹𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼 𝗳𝗮𝘃𝗼𝗿𝗶𝘀𝗰𝗲 𝗰𝗵𝗶 𝗮𝗯𝘂𝘀𝗮. Mancano tutt’ora le scuse alle vittime da parte dello Stato, soprattutto dopo che l’audit esterno ha evidenziato numerose carenze nella gestione di quel caso (e altri casi potenziali) da parte dell’Amministrazione cantonale. Per questi motivi la rappresentante di Più Donne ha votato contro il Rapporto. Ecco il suo intervento:

 

Non si vuole imparare nulla dagli errori del passato?

Responsabilità individuale: l’avete tanto invocata per indurre i cittadini a fare la cosa giusta per tutti, per il bene comune… e qui?

Dov’è la responsabilità degli individui? Di quelli che potevano e dovevano intervenire?

Si copre, si protegge. Si continua con i vecchi schemi.

Certo, non piace a nessuno essere additato, essere indicato come quello che ha sbagliato, che non è intervenuto, che ha addirittura creato nuove occasioni propizie per il molestatore… Certo, c’è comprensione per chi – nell’Amministrazione – ha sbagliato…

Ma alle vittime, ci pensate mai? A quelle che non hanno potuto avere giustizia per il troppo tempo trascorso, a quelle che hanno chiesto aiuto e sono state abbandonate…

O le vittime vanno bene solo come scudo? Per evitare di parlare – così – anche dei responsabili?

Prima di bruciare gli archivi, come ha fatto altrove qualcun altro, preoccupato unicamente di coprire i colpevoli e i responsabili che li hanno protetti… 

…prima di bruciare gli archivi voi avete ancora il tempo e la possibilità di tirare fuori le carte:

  • la lettera alla Commissione della Gestione sulla cosiddetta “inchiesta amministrativa” che aveva assolto tutti i funzionari;
  • le carte di questa “inchiesta amministrativa”, svolta dal Cancelliere Coduri e dal giurista del Consiglio di Stato Catenazzi;
  • e anche l’audit nella sua interezza – avendo cura di salvaguardare le vittime, sì, ma solo le vittime, però…

altrimenti, tutto questo è il solito sepolcro imbiancato.

Non è un esercizio democratico quello che tiene segreti questi documenti – documenti che danno conto delle falle procedurali e delle responsabilità dei funzionari.

Documenti invisibili tranne per una ventina di commissari.

Oltretutto, i nomi dei funzionari sono noti: li trovate ben spiegati col loro ruolo e funzione, nel servizio della giornalista Anna Bernasconi andato in onda a Falò il 18 novembre 2021, dopo aver sentito e intervistato – per l’appunto – le vittime. 

Altro che silenzio. 

Ma chiediamocelo: a chi fa comodo, quando le vittime stanno buone e zitte? Il silenzio fa il gioco di chi abusa. 

Basta coprire, basta chiedere il silenzio alle vittime: la vergogna deve essere tutta su chi molesta, chi violenta e abusa. E su chi copre questi misfatti, per qualunque motivo lo faccia: che sia per incompetenza, ignoranza, comodità, egoismo, clientelismo politico o pura malvagità.

No, oggi non sono contenta

anche se è stato fatto un passo avanti rispetto al 24 settembre 2020 e agli sciagurati applausi per il No a una commissione parlamentare d’inchiesta.

Non sono contenta neanche se il risultato di cui oggi discutiamo conferma tutto quello che, come deputate di Più Donne, avevamo già detto in aula e ribadito con vari atti parlamentari;

persino le raccomandazioni dell’audit non suonano nuove alle nostre orecchie.

In fondo, c’era già tutto nella lettera di Ivan Pau Lessi, diretto superiore di Marco Baudino: quella lettera (del 5 febbraio 2019) al Consiglio di Stato e poi apparsa sulla stampa, in cui il funzionario era convinto di non dover far nulla perché quanto riferito dalle giovani non sarebbe stato “qualcosa di penalmente rilevante o suscettibile di denuncia penale”. Eppure, gli era ben chiaro – perché lo scrive nella sua lettera – che c’erano stati “comportamenti discutibili” e che Baudino “ci provava con le ragazze”.

Non sapere cosa sono le molestie e quali sono i doveri di un funzionario: era tutto già nero su bianco. 

Non sono contenta perché non vedo un vero cambiamento di mentalità

una vera decisione matura, politica, di dare un taglio al passato e di riconoscere davvero le responsabilità

Mi aspetto e pretendo che non sia solo il giudice Villa a chiedere scusa alle vittime a nome dello Stato.

Con la segretezza dei documenti, oggi, che segnale stato dando alle vittime, passate e future?

E che segnale state dando ai molestatori e a chi li copre?

Liberate la parola, consentite un vero dibattito qui, nei media e nell’opinione pubblica.

Assumetevi tutte le responsabilità.

È un primo indispensabile passo sul cammino della guarigione.

Per le vittime e per tutta la società.